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Quale è fil rouge che lega il prefetto introdotto nella repubblica cispadana dalla dominazione napoleonica, e poi esteso a tutta L'Italia unita con il prefetto autoritario del ventennio fascista e con quello sensibile ed attento dello Stato delle autonomie? Il Prefetto, questa figura contrastata e controversa, ha attraversato tutta la storia politica, sociale ed economica del nostro Paese, dal Risorgimento in poi, riuscendo, malgrado gli innumerevoli cambiamenti politico-amministrativi, a mantenere la sua identità di "civil servant" e ad avere un ruolo pregnante per il progresso della Nazione. L'autrice, nell'illustrare le competenze attuali del prefetto all'interno del sistema delle istituzioni territoriali e periferiche dello Stato, lo colloca tra i soggetti a cui viene assegnato il compito di attivare e applicare quei meccanismi collaborativi indispensabili per il funzionamento del sistema policentrico scaturito dalla riforma del Titolo V della Costituzione. Così, per una sorta di nemesi storica, l'istituto prefettizio, negletto e osteggiato dai padri costituenti, ha acquisito la piena legittimità costituzionale ad operare nel nostro sistema ordinamentale.